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Giorni addietro vi ho promesso che avrei continuato a raccontarvi la storia dell’olio lampante che ha rappresentato nei secoli passati il principale prodotto commerciale salentino e ha incrementato a tal punto i traffici navali da far diventare Gallipoli uno dei più importanti porti italiani qualche secolo fa.

Il nostro olio, grasso e che produceva poco fumo, ha illuminato per oltre cento anni le principali città europee, Londra, Parigi, Berlino, Vienna, Stoccolma, Oslo, Amsterdam, fino all’avvento dell’energia elettrica.

L’olio salentino era considerato pregiato anche perché, essendo più puro, manteneva una fiamma più stabile e luminosa rispetto agli altri, pertanto semplificava le spese di manutenzione delle lampade, che si sporcavano di meno e facevano più luce.

E poi partiva alla volta dei lanifici inglesi e delle tintorie, e talvolta giungeva fino in Russia, dove era usato per le lampade votive: i russi non avrebbero mai permesso che le loro icone godessero di una luce tremula e proveniente da un olio impuro.

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