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A Ostuni si parla di Parco della Biodiversità Pugliese. Un progetto che può unire produzione, ricerca, divulgazione e paesaggio.

L’idea di un Parco della Biodiversità pugliese trova terreno fertile in questa cittadina che  sempre ha avuto un rapporto di eccellenza con gli orti urbani. Infatti Ostuni ne ha parecchi. In principio sorgevano nel rione Terra, l’attuale centro storico medievale.

La storia

Negli anni passati i contadini avevano costruito i terrazzamenti per sfruttare al meglio i terreni calcarei irrigati dall’acqua piovana, condotta attraverso dei canali appositamente costruiti, che assieme ai muretti a secco costituivano i confini delle proprietà. In queste terrazze i contadini del posto coltivavano le varietà autoctone, che naturalmente seguivano il ritmo delle stagioni. Intorno agli anni Settanta però il rione Terra iniziò a essere abbandonato. E così vennero abbandonati anche i terrazzamenti.

Nel 2014 fortunatamente la cooperativa Bio Sole Solequo (https://biosolequocoop.com/ ) ha iniziato a coltivare col metodo biologico alcuni degli orti “recuperati” nel rione storico, ricostituendo i cosiddetti Giardini della Grata, grazie anche al supporto di enti istituzionali e di formazione, come IAMB Bari, Istituto Tecnico Monnet-Pantanelli, ITS Agroalimentare Locorotondo. In questi quattro ettari di terreni privati si è dato spazio soprattutto alle antiche varietà orticole pugliesi che sono state valorizzate grazie all’istituzione di giornate alla scoperta degli ortaggi, del metodo biologico, delle pratiche tradizionali e dei metodi moderni ma anche di tante ricette della tradizione.

Nello stesso anno Bio Solequo ha iniziato a collaborare anche con il progetto Biodiverso, un ente di ricerca universitario sulle biodiversità delle specie orticole della Puglia, a cui vi consigliamo di dare un’occhiata.

Gli orti urbani

A tutto questo si sono aggiunte la solerzia e la lungimiranza dell’amministrazione ostunese che ha riqualificato tutta l’area circostante e ha indetto una call per mettere insieme associazioni, aziende ma anche singoli cittadini interessati a prendere parte al progetto degli orti. Così, come riferisce Gambero Rosso che pure si è occupato dell’argomento, “gli orti urbani di Ostuni hanno prosperato, nel rispetto di un territorio tutelato in quanto area di interesse archeologico per la presenza di antiche tombe messapiche, che già da diversi secoli sono utilizzate come cisterne per la coltivazione dell’acqua piovana”.

E ora, a distanza di pochi anni, gli ettari coltivati secondo i principi della biodiversità e del biologico sono cresciuti, e l’amministrazione sta progettando di costruire un pozzo artesiano, che sarebbe uno dei passi fondamentali proprio verso un parco delle biodiversità pugliesi. Un’idea che spinge verso la possibilità di altre economie, e potrebbe incentivare anche il flusso turistico, perché l’area è aperta a tutti in maniera gratuita.

Legata a questo progetto della cooperativa Solequo, dal 1996 è nata sempre a Ostuni, sempre nel centro storico, la bottega “Il paese del sole, dove si vendono prodotti equo e solidali, che si basano sul rispetto della dignità del lavoratore. Oggi la loro missione è continuare la strada del commercio equo coinvolgendo i produttori locali, facendo rete con chi sposa i loro stessi ideali etici.

L’importanza della biodiversità

Anche noi dell’Azienda Agricola Olio Febo crediamo profondamente nella tutela della biodiversità, perché meno specie esistono e più è facile che periscano, come ci insegna anche la triste esperienza della xylella. Senza dimenticare che la biodiversità, oltre a mantenere l’ecosistema territoriale, può essere occasione per nuove opportunità economiche e culturali, un vero e proprio nuovo modello di sviluppo a cui ispirarsi.

Piccola curiosità: perché un olio extravergine di oliva possa essere definito di altissima qualità, tra le varie caratteristiche che deve esprimere c’è la presenza dei sentori varietali che vanno a differenziare un olio dell’altro. Sentori che sono legati alla varietà e che arrivano al consumatore finale attraverso gli oli extravergine d’oliva di qualità, pertanto la biodiversità, anche nell’olivicoltura, non può essere tralasciata.

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