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Negli ultimi anni, l’olivicoltura italiana ha dovuto affrontare sfide significative, tra cambiamenti climatici, malattie emergenti come la Xylella e una crescente pressione per rendere le pratiche agricole più sostenibili. Queste sfide non riguardano solo l’Italia: l’olivicoltura nel mondo intero sta attraversando un periodo di grande trasformazione.

Per garantire la sopravvivenza e la competitività dell’olivicoltura, un focus importante è l’ottimizzazione delle tecniche di raccolta e della gestione degli oliveti, per rendere il processo più efficiente e meno dipendente dalle condizioni climatiche imprevedibili. La ricerca e l’innovazione sono diventate strumenti fondamentali per permettere agli olivicoltori di affrontare condizioni ambientali sempre più difficili. (Un esempio è il progetto Olive Hub ➡️ https://urly.it/312zrx , che si propone di sviluppare nuove soluzioni, come la selezione di cultivar più resistenti e l’introduzione di tecniche innovative per la gestione integrata degli uliveti).

Selezionare cultivar resistenti e adattabili è essenziale per affrontare le sfide attuali. Tuttavia, è altrettanto fondamentale non cadere nella tentazione ben poco lungimirante di puntare tutto su un’unica varietà, come sta accadendo in alcune zone con la FS-17, come se fosse la soluzione magica per ogni problema dell’olivicoltura. Questo approccio rischia di portare alla stessa situazione che abbiamo vissuto prima della catastrofe dei disseccamenti: l’appiattimento su una sola varietà (che, tra l’altro, richiede notevoli risorse idriche, in un contesto seriamente minacciato dalla siccità).

Il problema della siccità si fa sempre più urgente. Le temperature in Italia, durante l’estate 2024, sono state mediamente di 2,1 gradi superiori alla media del periodo 1991-2020, con picchi di oltre 4 gradi in Calabria e 3,8 in Puglia, come evidenziato nel bilancio estivo sulla siccità di Greenpeace Italia in collaborazione con l’Osservatorio Siccità CNR-IBE.

Queste anomalie termiche e la mancanza di precipitazioni significative non possono essere ignorate. L’acqua è vita, è essenziale per l’oliveto come per ogni altra coltura. Per avere raccolti abbondanti e di qualità, è fondamentale poter contare su un’adeguata disponibilità idrica. Per questo, gli impianti di irrigazione giocano un ruolo cruciale nel garantire la salute degli alberi e la qualità del nostro olio extravergine di oliva.

Anche in Puglia, il problema della siccità è evidente. Nonostante gli sforzi per il reimpianto degli uliveti, colpiti duramente dalla Xylella, senza l’acqua tutto questo lavoro rimane a rischio. L’estate scorsa ci ha ricordato quanto la natura possa essere severa: un 38% dei terreni misti in Puglia è stato colpito da siccità severo-estrema, e questo pesa particolarmente se si pensa che un quarto delle coltivazioni legnose agrarie italiane, tra cui molti uliveti, si trovano proprio in questa regione.

Questi dati ci ricordano quanto sia necessario continuare a investire in sistemi di irrigazione sostenibili e in politiche di gestione idrica che garantiscano un futuro alle nostre coltivazioni. In un mondo in cui il cambiamento climatico è una realtà, la resilienza dell’olivicoltura dipende dall’adozione di nuove tecnologie e dall’adattamento a nuovi contesti, ma anche da una adeguata biodoversità e dalla tutela dell’ecosistema.

Secondo il rapporto AGRIcoltura100 del 2024, le imprese agricole con un alto livello di sostenibilità hanno registrato una produttività superiore del 40% e una redditività doppia rispetto a quelle con livelli di sostenibilità base (https://urly.it/312zrk ). Questo dimostra che investire in pratiche sostenibili non solo protegge l’ambiente, ma porta anche a benefici economici tangibili. Inoltre, l’adozione di tecnologie innovative, come l’agricoltura di precisione e i sistemi di supporto alle decisioni (DSS), può aiutare gli olivicoltori a gestire meglio le risorse e a prevedere gli eventi climatici estremi, riducendo così i rischi associati alle condizioni meteorologiche imprevedibili (https://urly.it/312zrp ).

Gli oliveti pugliesi, con la loro storia millenaria, stanno affrontando questo percorso con determinazione e spirito di innovazione, perché la tradizione, se vuole sopravvivere, non può fare a meno del cambiamento. Rimanere al passo con le sfide significa continuare a investire in un’agricoltura che sia più intelligente, sostenibile e attenta alle esigenze del territorio.

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https://www.aziendaoliofebo.com/le-storie-di-febo/febo-informa/il-climate-change-non-e-uno-scherzo/ )

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